Tramas de seda, il baco da seta di Orgosolo.

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Barbaricina

Il viaggio continua con l’appassionante storia della seta in Sardegna, i colori naturali ad Atzara e i tappeti di Samugheo.

La seconda giornata del viaggio con Bruna prosegue da Mamoiada verso Orgosolo dove ci attende Maria Corda, ultima depositaria della lavorazione della seta in Sardegna.

Le dolci curve de Sa La˘ana, piano piano ci mostrano un fantastico paesaggio autunnale, sono alla guida e perciò quello che vedo resterà impresso nei miei ricordi. Quando ormai stiamo per raggiungere Orgosolo la nostra attenzione viene attirata da una meraviglia: un’asina con il suo piccolino.

Parcheggio come meglio posso e scendo per fotografare.

Come ho spiegato a Bruna, in Sardegna non è raro trovare gli asini liberi nelle campagne e in questi ultimi anni gli allevamenti si sono intensificati.

Finalmente qualche curva e siamo arrivate.

Prima di trovare un parcheggio comodo, faccio un giro tra le vie di Orgosolo dove l’incanto delle pareti colorate dai murales è davvero un bel benvenuto per i visitatori.

Facciamo qualche passo tra le viuzze strette del paese a fotografare qualche scorcio, Maria ci attende nel suo piccolo laboratorio/museo e cerchiamo di non attardarci.

La sua splendida ospitalità è la prima cosa che ci colpisce così come il racconto di questa piccola filiera di cui solo lei in Sardegna custodisce la tradizione.

Quei piccoli bozzoli gialli che ricoprono il tavolo e riempiono sa corbula racchiudono una storia meravigliosa.

La custode di una tradizione scomparsa che porta avanti questo lavoro con passione e dedizione.

Pensate che in Barbagia le allevatrici di baco da seta erano davvero tante.

Nel 1841, era fiorente a Orgosolo, Mamoiada e paesi vicini, la coltura dei Gelsi che vennero introdotti in Sardegna nel 1743. Questa piccola produzione produceva un reddito non inferiore alle 80000 lire. ( dal Casalis).

La scomparsa quasi totale di questa arte lascia davvero di stucco ma fortunatamente c’è chi la porta ancora avanti e la mostra con orgoglio a tutti i visitatori.

È così apprendiamo che questo particolare baco da seta è definito “razza Orgosolo”, introdotta in Sardegna dai Gesuiti nella prima metà del sedicesimo secolo.

Questo particolare baco produce una seta di colore giallo, ed è la caratteristica che più colpisce quando si entra all’interno del piccolo laboratorio.

Maria continua nel suo racconto e ci mostra i piccoli semi. Nel mese di maggio si schiuderanno e i bruchi chiamati “Su Ermeddu” inizieranno la loro breve vita che si concluderà con la creazione del baco.

Ogni anno, di questi bachi Maria sceglie dieci coppie di maschi e di femmine che lei con il tempo ha imparato a riconoscere. Queste coppie serviranno per far vivere altri semi. Ogni femmina depone infatti circa 500 uova e da qui si formeranno i bachi per l’anno successivo.

Un’arte tramandata di generazioni da oltre 200 anni.

La seta a Orgosolo è famosa per il copricapo femminile “Su Lionzu” che dona alle donne orgolesi un aspetto fiero e allo stesso tempo misterioso.

I fii di questo copricapo vengono colorati con lo zafferano ed è lei che lo realizza interamente a mano con il suo telaio.

Un indumento davvero prezioso, unico nel suo genere.

Non potete immaginare la gioia di Bruna quando Maria le ha fatto indossare “Su Lionzu”! Un momento magico che l’ha resa partecipe di un mondo arcaico. Ed è così che in pochi attimi le sue radici sarde emergono nella fierezza del suo volto. Momenti che resteranno impressi nella sua mente per molto tempo.

È così, passando dai colori del variegato costume orgolese è giunta l’ora di incamminarci per la prossima tappa. Salutiamo Maria che ci dona un prezioso cuscinetto, “Sa Lezetta”.

Il suo portafortuna ci accompagna per tutto il viaggio.

È veramente un onore poter assistere ancora oggi a questa tradizione. Tra tutte le cose belle da scoprire in Sardegna, questa è davvero una tappa da non perdere.

Lasciati i colori di Orgosolo, ci aspettano quelli di Atzara e Samugheo, dalla Barbagia di Ollolai al Mandrolisai per un’altra tappa di Trame di Sardegna.