Una giornata molto particolare quella di ieri…dal sapore molto barbaricino. In giro con un gruppo si simpatici svedesi alla scoperta della genuinità della nostra terra. Dal mare all’entroterra per riscoprire i sapori autentici della nostra barbagia.Il primo monumento mamoiadino visitato è stata Sa Perda Pintà, subito ne sono rimasti affascinati e simpaticamente l’hanno ribatezzata “Barbapapà”; effettivamente una certa somiglianza con le forme dei personaggi animati c’è eccome!
La visita prosegue con una passeggiata nel cuore della viticoltura mamoiadina: Loret’Attesu. Circondata da una moltitudine di vigneti, con il cannonau che ormai è pronto per la vendemmia.
Certo che per i miei amici è stato davvero insolito poter camminare lungo la strada del vino di Mamoiada e poter addirittura assaporare i frutti dell’autunno: more, fichi e uva.
Il nostro cammino giunto sino alle domus de janas di Sir’oni, dove potranno riscoprire una parte di storia antica. Mi fanno sapere che da loro non esistono siti archeologici come i nostri e ne rimangono davvero affascinati.
Una visitina all’interno della piccola necropoli, con un po di titubanza all’inizio….non si sa mai che sbuchino le fate!!
Le soprese non sono finite in questa prima parte di mattinata. Come si fa a passeggiare nella strada del cannonau e non assaggiarne un po?
Meno male a questo ci ha pensato Marco….che ha offerto ai nostri amici un po del frutto di Bacco, il cui nettare poi hanno avuto modo di assaggiare da Mario, il pastore barbaricino.
Per il Supramonte, quello vero non c’è stato tempo, non è facile fare una visita completa in poche ore a disposizione.
Ma comunque una capattina a Montes l’abbiamo fatta lo stesso, almeno hanno potuto ammirare i cosiddetti “alberi con la chioma a cupola”!!!!
L’aria di Barbagia comunque fa venire fame e sapendo cosa li attendeva i nostri amici si sono arresi subito al richiamo della natura! D’altronde come rinunciare a prosciutto, lardo, malloreddos e pecora arrosto? Mario, il pastore barbaricino, ci aspetta.
Al nostro arrivo sta utlimando la cottura della pecora e il profumino è davvero invitante.
Ci accomodiamo, ormai la fame ha preso il sopravvento. Pranzo genuino anche questo apprezzatissimo così come il vino, ovviamente cannonau. Credo che sia importante poter far vivere e riscoprire il territorio in questo modo.
.La vita in Barbagia è fatta soprattutto di queste cose, di giornate come questa passate in compagnia delle persone del posto che meglio di chiunque altro conoscono le nostre tradizioni.
Consuetudini che hanno radici lontane, un mondo agropastorale che mantiene ancora viva la tradizione e ovviamente non poteva finire il viaggio
senza la scoperta delle maschere dei Mamuthones e da Franco Sale hanno potuto veramente toccarne con mano le origini. Un pezzo di Mamoiada vola con le sue maschere sino in Svezia a raccontare di un passato ancora vivo e vissuto.