La festa di Sant’Antonio abate a Mamoiada.
Sant’Antonio del fuoco , il copatrono del paese di Mamoiada, è un rito tra il sacro e profano. In questa occasione a Mamoiada vengono accesi numerosi falò in onore del Santo. Sant’Antonio secondo la tradizione, rubò il fuoco dall’inferno per portarlo agli uomini.
Il via all’accensione dei fuochi viene dato il 16 sera da “Su pesperu”. Il Sacerdote uscirà in processione e girerà tre volte intorno al fuoco assieme ai fedeli recitando il Credo. Al termine della processione il Sacerdote benedirà le braci e la Statua di S.Antonio.
Questa processione molto suggestiva, un tempo non era così seguita, oggi invece, è all’attenzione di moltissime persone anche non mamoiadine. Attorno ai falò si riuniscono i vicinati e le famiglie e per due giorni faranno banchetto attorno ad essi.
Il 17 fanno la loro prima uscita annuale le maschere dei Mamuthones e Issohadores che sfileranno attorno ai fuochi. Ogni anno ne vengono preparati circa 30/40 in tutto il paese.
Per l’occasione vengono preparati dalle massaie mamoiadine numerosi e prelibati tipi di dolci. Sas caschettas, Su popassinu nigheddu, su popassinu biancu, su coccone ‘in mele, preparati con ingredienti come “sa sapa”( il mosto cotto), lo zafferano, le mandorle, noci, miele.
La maggior parte di questi dolci richiede una lunga preparazione ed elaborazione. Molti di questi sono vere e proprie opere d’arte, il coccone ‘in mele, ad esempio, viene decorato “pintau”, con le più svariate forme.
Su popassinu nigheddu, invece, richiede molta forza e fatica soprattutto nelle fasi iniziali dell’impasto. Molta attenzione e cura dev’essere data dalla cottura, specie se nel forno a legna.
La caschetta, bella e delicata, è un vero peccato mangiarla, la pasta che avvolge l’interno, viene tagliata con delle speciali rotelline “rodittas”, che presentano decori diversi e molto fini.
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