Oggi in tutto il mondo si celebra il Solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno. Da domani le giornate riprenderanno a crescere sino al 21 giugno.
Ma cosa si celebrava realmente in questa giornata?
Tra poco da noi sarà Natale ma a cavallo con il solstizio e la nostra festa cristiana che celebra la nascita di Gesù molti popoli avevano la loro ricorrenza.
In Egitto si festeggiava la nascita del dio Horo e Osiride, si credeva infatti fosse nato nello stesso periodo, in Messico nasceva il dio Quetzalcoath, nello Yucatan l’azteco Huitzilopochtli, il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone o Adonis; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord, Zaratustra in Azerbaigian, Buddha, in Oriente, Krishna, in India, Scing-Shin in Cina, mentre in Persia, si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore ed a Babilonia vedeva la luce il dio Tammuz, “Unico Figlio” della dea Istar, rappresentata col figlio divino fra le braccia e con, intorno al capo, un’aureola di dodici stelle.
Ma come mai tutte queste ricorrenze proprio a ridosso del Natale? E’ presto detto. In questo giorno il Sole viene a trovarsi alla sua minima declinazione nel punto più meridionale dell’orizzonte Est della Terra, che culmina a mezzogiorno alla sua altezza minima.
Ma è con i Romani che il Natale acquisisce l’attuale nome.
Essi infatti tra il 21 e il 25 dicembre, celebravano la rinascita del Sole, il Dies Natalis Solis Invicti, il giorno del Natale del Sole Invitto, dopo l’introduzione, sotto l’Imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mithra nelle tradizioni religiose romane e l’edificazione del suo tempio nel campus Agrippae, l’attuale piazza San Silvestro a Roma, che era praticamente incluso all’interno di un più vasto ciclo di festività che i Romani chiamavano Saturnalia, festività dedicate a Saturno, Re dell’Età dell’Oro, che, a partire dal 217 a .C. e dopo le successive riforme introdotte da Cesare e da Caligola, si prolungavano dal 17 al 25 Dicembre e finivano con le Larentalia o festa dei Lari, le divinità tutelari incaricate di proteggere i raccolti, le strade, le città, la famiglia.
Questa festività segnava la fine del ciclo negativo del Sole e l’inizio di un nuovo periodo stagionale. Il nostro odierno Capodanno, che cade molto prossimo al Solstizio, origina appunto da questa festa.
Le origini di tale evento vanno ricercate in ciò che è “principio” della vita sulla terra e che “dal principio” è stato oggetto di culto e di venerazione: il sole. I nostri antenati e tutti i popoli della terra erano fortemente legati alla natura, da essa e dal Sole dipendeva la loro sopravvivenza. L’uomo faceva parte della natura ma in qualche modo era più forte di lui e viveva in un mondo dominato da forze potenti e indecifrabili. Per questo, attraverso il rito, cercava di guadagnarsi la benevolenza di questa o quella forza.
Con il Solstizio d’inverno la divinità maschile muore e poi rinascerà in primavera.
[…] il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della Dea. All’alba la Grande Madre Terra dà alla luce il Sole Dio. La Dea è la vita dentro la morte, perché anche se ora è regina del gelo e dell’oscurità, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole suo amante, che la rifeconderà riportando calore e luce al suo regno. […]
Un’antica speranza, un rito che ci accomuna un po tutti.
Si chiude quindi questo 2016, di atrocità e sofferenza per molti popoli, l’augurio di questo Solstizio è che alla fine la luce ritorna sempre e anche la primavera.
Buone Feste amici!