Ogni paese conserva la propria anima nelle strade, nelle piazze e nei nomi che ancora oggi risuonano nella memoria collettiva. A Mamoiada, i vecchi rioni raccontano storie di vita quotidiana, di vicinati solidali e di un tempo in cui le relazioni si intrecciavano attorno ai focolari, ai pozzi e alle strade acciottolate. Ogni angolo del paese porta con sé il ricordo di antiche abitudini, di giochi di bambini, di feste di quartiere e di quel senso di appartenenza che ancora oggi sopravvive nelle parole di chi vi è nato e cresciuto.
Questo viaggio tra i rioni di Mamoiada ci porterà a riscoprire i luoghi simbolo della comunità, le loro trasformazioni nel tempo e le voci di chi ha vissuto la loro evoluzione, testimoniando la continuità di una storia che, pur cambiando, rimane profondamente radicata nelle tradizioni del paese.
Da poco ho visto un bellissimo lavoro di Orgosolo e ho iniziato con mamma e elencare i nostri vicinati. Ne è venuta fuori una lista immensa. Tempo fa avevo scritto qui sul blog un articolo sul Sommarione e sulla toponomastica ovviamente un pochino storpiata e mischiata con l’italiano. Mi sembrava dunque doveroso completare quel lavoro con la toponomastica rionale.

Già in alcune parti del sommarione vengono menzionate vie e rioni, anche qui storpiati e riportati male in italiano.
I rioni adiacenti alle chiese
Solo San Sebastiano ha mantenuto la via dedicata al Santo e alla chiesa, Santu Sustianu, così ancora oggi viene chiamata dai mamoiadini, nell’indirizzario troviamo infatti Piazza San Sebastiano. Degli altri luoghi restano solo i nomi: Santa Maria, attuale Piazza Indipendenza, Santu Zoseppe ormai da tempo Piazza Europa, Santa Rughe o piazza Santa Croce che però a livello di indirizzi è C.so Vittorio Emanuele III, Loreta che si trova nella via Manno, un tempo sa via Manna, su Carmu, adiacente la chiesa omonima ma che si trova in via Roma, Sant’Antriocu, tra la via Marsala e la via Cagliari e per finire S’Anistasia, Sant’Anastasia dove un tempo molto remoto probabilmente ci doveva essere se non una chiesa, almeno una cappella.
L’ultima intervista fatta ha confermato l’esistenza negli anni 30/40 di alcuni muri perimetrali della Chiesa di Sant’Anastasia che era situata a pochi metri dal negozio di Mele Calzature.

Vi era poi il rione di Sant’Antoni dove appunto c’era la vecchia chiesa intitolata al Santo. Santu Juvanne, in via Cavour tra il cimitero e l’asilo.
I vicinati di “Rioniamoci” e del carnevale dei rioni
Sul finire degli anni ’70 e inizi anni ’80 a Mamoiada esplode Rioniamoci e chiaramente per suddividere i rioni vengono individuate alcune zone, alcune nuove. Poi sarà la volta del carnevale dove ogni sabato e domenica nei rioni si svolgevano le varie feste.
Su ‘Astru, Sa Cantina, Santa Maria, Santu Sustianu, nel primo Rioniamoci (1982) il rione era iscritto come “Moddore”; fu nel secondo ’87 che lo chiamano “Terra I’os che , Santu Zoseppe, Santa Rughe, Sa Pratha Manna
Di questi diciamo che il più recente è Sa Cantina, che comprendeva tutto il rione della parte bassa del paese a partire proprio dalla cantina sociale.
Le piazze
Sa Pratha Manna, attuale Piazza Venezia, Sa Pratha ‘e Daga tra via Tola e la via Lamarmora, Sa Pratha ‘e Santa Rughe, de Santu Zoseppe e Santa Maria.

Sas ‘ortes, i cortili
Sa ‘orte ‘e Carboni, sa ‘orte ‘e sas gre’as (il cortile delle Gregu), ‘orte Reale, ‘orte ‘e tziu Tzinquanta, Sa ‘orte ‘e tziu Nasone, Sa ‘Orte ‘e Masia, sa ‘orte ‘e su Carmu, sa ‘orte ‘e sas Carteddas.

Cortili ampi e aperti con l’accesso a diverse famiglie. Infatti molti di questi prendevano il nome proprio da alcuni di loro.


I pozzi e le fonti
Su puthi’eddu, Su Puthu Mannu tra la via Tola e il vecchio rione di Sant’Antoni, Su ‘Antaru vetzu, in via Tola.

Sos gutturos, i viottoli
Lolloveddu, il vicolo che parte dalla sede della Pro Loco in via Sardegna, Gutturu ‘e rivales tra via De Amicis e la Via Tola, su Gutturu ‘e tzia Cristina, vicino a Su Carmu, su Gutturu Mannu, dalla chiesa di Loreto in su. Su gutturinu ‘e tziu Iscannithu, Gutturu ‘e tziu Matzone, gutturu ‘e s’ar’u (Coeddu), su gutturu ‘e sas Tolas, su gutturu ‘e tziu Pattaratta. In Via de Amicis c’era poi su gutturu de sa presone vetza.

Per quanto riguarda Gutturu ‘e rivales prendeva questo nome per via delle risse dovute alla frequentazione di una casa per appuntamenti.

Rioni vari

Sa ‘e Balia, tra la palestra comunale e sas ‘Oncheddas, in via Barbagia, un tempo chiamate anche Sas ‘Oncheddas de tziu Mameli, oggi chiamate globalmente sa ‘e Matzozzo, ma in realtà Sa’e Matzozzo comprende via Crisponi e si estende agli orti che arrivano a sa pica de s’Arvuleddu, attuale bar all’uscita verso Orgosolo.
Sas Arjolas, tra San Sebastiano e la via Giovanni XXIII, comprendeva diverse aie ciascuna con il nome del proprietario.

Sa ‘e Carrai, il parco comunale tra via Marsala e Via De Gasperi, Sa ‘e Crara Sini, via San Cosimo, Sa ‘e sar Monzas, tra la via trento, trieste sino a Su Carmu, Su Zuanboe o Su Ziamboe, la via che da Sa pratha Manna ritorna verso s’Arvuleddu, il bagno pubblico degli abitanti della zona. Su Tapiu, tra la via Marsala e la via Sardegna, Sa ‘e Gardia, nei pressi dell’abitazione dei Cardia, nella vecchia toponomastica viene indicata forse erroneamente Sa Gardina, diciamo che i funzionari italiani nel ‘800 quando trascrivevano i nomi dal sardo non erano proprio eccelsi. Su Ossu, Su Tremene, Perruncu, Sas Ur’as, le forche, ‘Umbentu, il convento adiacente alla chiesa de Su Carmu,

Sos Montes, Sa ‘Ostana, Sos Agorros, tra Via Via Vittorio Emanuele II, la via Marsala, zona Croce Verde. Su Mendularju, Boeli, Maramele, S’Eredadu, Sa ‘e Buzas, S’Istrampu, Su Casufiziu, Su Giardinu, Mar’asonele, Sa ‘e Vaiccu, Su ‘antareddu ‘e s’arvuleddu. Tra San Giuseppe e su tremene c’era Sa Trona, dove facevano i comizi elettorali, l’aveva acquistata tziu Antoni Piras. Sa Vinza ‘e vidda era nell’attuale via Giovanni XXIII tra casa di Franco Beccoi e la casa di Mena Bindinelli. Sa vinza ‘e Livio era situata a fianco della casa di Billi, era molto grande, ora ne è rimasto un pezzetto. Arrivava giù sino alla casa di Michele Pirinu biadu. Su ponti’eddu dall’attuale Centro Sociale.

E poi c’è anche Mamujone, l’antica fonte situata a fianco della Chiesa di San Giuseppe, dove si narra sia nato il primo nucleo abitativo di Mamoiada.
Mammai Vissenta Mercuriu raccontava sempre dell’ultimo impiccato a Mamoiada a Sas Ur’as, la lunga processione che partiva dalla prigione e toccava diverse vie del paese, il condannato legato veniva condotto sul luogo dell’esecuzione da tutta la comunità e tutti assistevano. Uno strazio veramente.
Non so se l’elenco sia esaustivo o mi sono dimenticata qualche luogo, nel caso segnalatemi le dimenticanze e aggiungerò volentieri per completare l’articolo.
Nelle cortes forse dovresti aggiungere (sa horte de su carmu )che in origine era chiusa appunto come corte e forse correggere zianboe con zuanboe
Ok, pro su Zianboe aggiugno anche l’altra variante, perchè a molti ho sentito dire così.
Sara, la Chiesa è da sempre stata sacrata come ” Chiesa dello Spirito Santo”. Anche la via Roma si chiamava via Spirito Santo. Tutti conosciamo come sa cresia de su Carmu (e di conseguenza quel piccolo rione, perché il conservatorio (convento) fu aperto sotto la protezione della Vergine del Carmelo e affidato
ad un piccolo gruppo di monache sarde, riconosciute dalle autorità ecclesiastiche e autorizzate dal Prefetto di Cagliari a raccogliere con la questua i mezzi di sostentamento, ma la Chiesa ha quel nome.
Quello è vero ma da tantissimi anni per i mamoiadini è su Carmu o ‘Umbentu. Per quelle informazioni sulla Chiesa vanno in una sezione apposita. Questo parla dei rioni.
Bellissimo lavoro Sara, come sempre nn ti smentisci mai. Immaginati che del lavoro fatto in paese, molti rioni io nn sapevo neanche che esistessero. Complimenti a te e ad Antoni Congiu, che vi siete dati da fare.😘
Grazie mille!!
Sara, altra precisazione: nel primo Rioniamoci (1982) il rione era iscritto come “Moddore”; fu nel secondo 87 che lo chiamano “Terra Ihos”.
Grassias
Brava Sara,bel lavoro
Grazie 🙏🏻
Bellissimo Sa, complimenti davvero! Sarebbe bello fare delle targhe da mettere sotto i nomi delle vie per ricordare come venivano chiamate in passato. Grazie per quello che fai 🤗
Grazie! Ci ho pensato, chissà che non riesca a farlo!