sos Mastros de Is’arpas mamoiadinos
Oggi quasi per gioco per cercare di smorzare un pochino l’ansia da questo isolamento, ho pubblicato la foto di un vecchio strumento di lavoro dei calzolai.
Improvvisamente sono affiorati ricordi, storie e immagini di generazioni di calzolai.
Mi sono messa subito in moto cercando fotografie, alcune già in archivio, e notizie dagli eredi/parenti. Quel gioco nato per caso su facebook si è trasformato in un articolo che spero apprezziate.
La mia generazione sicuramente ne ha conosciuto pochi ma già con i ricordi di mamma si va davvero lontano.
Io ricordo ovviamente il mitico Dino Mele e anche Buratto con il suo negozietto al corso, ma già avevo potuto conoscere tziu Beccone, anche la sua famiglia di calzolai.
Mi ricordo che nel 1999 in occasione della riproposizione dei mestieri antichi insieme a Manuela Mele eravamo andate a chiedergli la sua vecchia attrezzatura. Fu felice di prestarcela e riuscimmo ad allestire la bottega di Tziu Luisu Mele e tzia Mallena Muzittu.
In questo scatto siamo all’opera nella vecchia casa un tempo asilo di Sant’Antoni.
Di Dino ovviamente si ricordano tutti ma anche di suo padre tziu Luisu Mele e dell’altro figlio Bobore, pensate che mamma ha ancora i suoi occhiali a casa, li aveva dati a mia nonna quando abitavano a fianco a tzia Mallena, la moglie, in su puthi’eddu.
Era calzolaio anche Tziu Juvanneddu Istaffa, qui mentre lavora nel suo laboratorio.
A Mamoiada vi erano sia quelli ufficiali, che avevano la loro piccola bottega, ma poteva capitare che molti paesani non potendo ogni volta andare da loro, avesse i loro strumenti personali e aggiustavano come potevano le loro scarpe con rattoppi fatti alla buona.
Io non lo sapevo ma anche tziu Badoreddu Tramaloni prima che vinzaresu è stato calzolaio, così pure tziu Pasquale, il fratello.
Di tziu Beccone, così lo chiamavamo tutti, ci ricordiamo del suo amore per il ballo. Oggi sua nipote Alice fortunatamente continua con questa tradizione.
Non era solo un suonatore e calzolaio ma era noto anche come imbalsamatore di animali. Ricordo che a casa di nonna tempo fa vi erano delle poiane e degli astori imbalsamati da lui. Ma celebre resterà il cinghialetto dei carri di carnevale.
Gli ultimi calzolai che ricordo io sono i Bindinelli, al Corso di fronte al negozietto di Zamburru, Totore e poi Franco.
Tziu Pasquale Tramaloni
Era calzolaio anche Tziu Peppe Odda, marito di Tzia Zesuina Cadinu (quest’anno 96 anni). Ricordo che nel periodo del Carnevale dei rioni andavamo a casa sua per farci fare i buchi nelle cinte per i costumi.
Recuperata anche la foto del Calzolaio Juvanneddu Deiana eccola:
Di seguito i calzolai mamoiadini che sono riuscita a censire, ovviamente sarà mia premura aggiornare l’elenco qualora me ne segnaliate altri.
Calzolai:
- Tziu Luisu Mele
- Dino Mele (figlio di tziu Luisu)
- Bobore Mele (fratello di Dino e figlio di tziu Luisu)
- Tziu Tziccheddu Mele (fratello di tziu Luisu)
- Antoni Mele (figlio di tziu Tziccheddu)
- Beniamino Mele (figlio di tziu Tziccheddu)
- Emilio Mele (figlio di tziu Tziccheddu)
- Bore Mele (figlio di tziu Tziccheddu)
- Tziu Vissenti Beccone
- Tziu Vranziscu Beccone (il noto suonatore)
- Tziu Badoreddu Tramaloni (vinzaresu ma anche calzolaio)
- Mario Gungui noto Buratto
- Totore Bindinelli
- Franco Bindinelli
- Juvanne Eiana (babbo Anna Deiana, catechista)
- Antoneddu Gungui (ex postino)
- Tziu Pasquale Tramaloni (fratello di tziu Badoreddu)
- Tziu Peppe Odda (marito di tzia Zesuina Cadinu)
- Tziu Juvanneddu Istaffa
- Tziu Juvanne Busia
- Tziu Mario Bottas (Meloni)
- Tziu Luiseddu Gungui Vara
- Tziu Badore Gungui (figlio tziu Luiseddu)
- Italo Gungui (figlio tziu Luiseddu
- Tziu Luisu Piras (abitava in via dei Calzolai)
- Tziu Juvanne Corda (Vrente) padre Franca Corda
- Tziu Pippinu Meloni Catatta
- Gonario Piu
Ecco alcuni attrezzi maggiormente utilizzati
Sa Surva , la più conosciuta è uno di questi. Veniva usata dal calzolaio per cucire le scarpe. Come si vede nell’immagine ha una scanalatura dove il calzolaio sistemava lo spago impecciato, cioè impregnato di pece. Lo spago, spesso troppo morbido per farlo passare dall’altra parte della lesina , veniva indurito con pece e crine di cavallo, alcuni dicono di maiale.
L’articolo potrebbe subire aggiornamenti in base a nuove fotografie e acquisizioni seguite alla pubblicazione.