Arriva l’estate e puntualmente il web pulula di esperti di turismo in Sardegna
Ormai siamo al delirio allo stato puro. State attenti che dietro il volto del vostro vicino di casa potrebbe nascondersi un esperto in economia del turismo.
Arriva la magica stagione estiva, quella che per la Sardegna rappresenta una grossa opportunità di lavoro e di guadagno per moltissimi imprenditori, ma puntualmente c’è qualcosa che non quadra.
Iniziano i maggiori quotidiani che a maggio/giugno terrorizzano i sardi con la solita favoletta dei rincari dei traghetti! Il tam tam mediatico è qualcosa di esagerato, loro lo sanno e puntualmente raccolgono consensi e malcontenti.
Poi tutto tace, la stagione parte tra alti e bassi ed ecco che comincia a girare in rete la famosa letterina al turista. Si proprio quella, la stessa ogni anno.
Che noia che barba, che barba che noia!
Ok tutto meraviglioso, marea di click e likes, si, ma soluzioni?
Huston abbiamo un problema!
Poi ci sono anche i turisti, quelli che scatenano il putiferio per il camping non gli “prende il cane”! E anche qui marea di condivisioni, strutture messe alla gogna, titoloni e poi si scopre che la signora ha prenotato il traghetto all’ultimo momento e ovviamente non ha fatto in tempo a leggere sul sito del camping per informarsi preventivamente!
E vai con frasi del tipo: questi odiano gli animali, andatevene in Tunisia ecc…
Ecco in Tunisia! Si perché mica i sardi siamo solidali! No. Anziché proporre soluzioni, i mirabolanti commentatori seriali dei social sparano la cazzata del secolo: Turisti andatevene in Tunisia, spendete meno e state meglio!
Mentre sto scrivendo poi ci sarà un Sindaco che emetterà un’ordinanza con fantasiosi divieti.
Eh si perchè l’altra piaga dell’estate in Sardegna sono loro, le amministrazioni che anziché preparare dei piani di programmazione turistica fatti bene, si inventano ogni tipo di divieto o ticket.
Dobbiamo preservare la natura, dicono!
Eja credici.
Poi mi devono spiegare cosa tuteli se in quel tratto di spiaggia che forse avrò a disposizione 1 m x 1 m dove 1000 persone contemporaneamente non le vedi nemmeno a piazza Navona, senza un servizio, nè un bagno, col rischio che mi becco pure l’Escherichia coli. Almeno qui non si paga ma non va meglio da altre parti.
Clap clap
Ultima new entry dei ticket poi è la discesa e risalita della Escala del Cabirol. Siamo a Capo Caccia, dove non basta aver chiuso la ferrata, meta indiscussa di tantissimi appassionati ma adesso pare abbiano ripiegato su questa attrattiva al costo di € 3,50 senza imbrago e caschetto vi fate un c..lo così solo per percorrere la scalinata!
Minchia!
Eh però sono tre posti di lavoro e ci sono pure i bagni!
Scordatevi pure di mangiare o bere in spiaggia. Si avete capito bene, perché tra le varie ordinanze capricciose c’è pure questa de S’Archittu! Insomma se per qualsiasi ragione avete problemi di salute, avete bisogno di bere o mangiare qualcosa per tirarvi su, niente da fare, o non ci andate o crepate di caldo, sete e fame.
E vaglielo a dire al bimbetto, povero che non può bere!
Rasentiamo la follia, però in compenso se promettete di riportarvi le cicche a casa, potete fumare!
Miii che cialtronata assurda.
Dove sta la verità allora?
Beh sta nel mezzo.
Le colpe non sono mai unilaterali, ricordiamocelo bene, in ogni caso serve una riorganizzazione del comparto turistico in Sardegna.
Gli operatori da un lato devono adeguarsi e la politica deve dare risposte serie. Cambiare sistema di comunicazione e crescere dal punto di vista formativo.
Basta con la mistificazione dell’identità e della tradizione e basta anche con i balletti simil indigeni delle nostre maschere. Poi ci lamentiamo che ci vedono come fenomeno da barraccone.
Insomma i tempi sono cambiati ma se continuiamo di questo passo chiudiamo le porte, arrivederci e grazie.
Il messaggio è chiaro: “Fate i turisti a casa vostra che è meglio”.