Una mostra per celebrare la manifestazione
Nemmeno il tempo di inaugurarla che ha dovuto chiudere i battenti, per fortuna sono riuscita a vederla in tempo prima della chiusura.
Questo 2020 resterà un anno nefasto in tutti i sensi perché ha spento in un colpo i riflettori su tantissime manifestazioni identitarie della nostra isola.
Persino per le mostre e i musei non c’è stato scampo e l’ultimo DPCM per contrastare la diffusione del virus ha decretato la chiusura anche dei piccoli luoghi della cultura.
Nella speranza che tutti possano riprendere al più presto le attività vi parlo della mostra allestita in collaborazione con il Museo delle Maschere presso la Sala Consiliare.
Cos’è erediTappas?
Si tratta di 17 poster che vi parlano con tono leggero e a tratti pop, per stuzzicare la vostra curiosità e, perché no, strapparvi un sorriso.
[…] è una sperimentazione che fonde Data Visualization e Comunicazione Visiva, per svelare quello che i numeri non dicono. Vuole essere la memoria storica della manifestazione Sas Tappas a Mamoiada, giunta alla 17a edizione. I dati raccolti verranno pubblicati in un catalogo Open Data. […] * un progetto di Mauro Melis e Margherita Donà
Chi sono gli autori?
Uno è Mauro Melis, nostro compaesano e Margherità Donà. Entrambi designer che curano diversi progetti grafici per le organizzazioni e le aziende.
Il progetto erediTappas è davvero interessante, un viaggio fatto di storia, numeri, curiosità e degli aspetti della manifestazione riproposti in una chiave davvero interessante e innovativa.
Ogni poster analizza dati diversi che vengono riproposti in colorati grafici, prendendo in considerazione le edizioni che vanno dal 2006 al 2019
1. Giù le maschere
tipologie di tappe per ogni edizione e i totali
2. Non facciamola lunga
Il secondo poster mostra le tappe più durature nelle edizioni di Tappas.
Le tappe indicate nel cerchio giallo sono quelle più presenti in tutte le edizioni prese in esame, ben 14.
Sos Ma’arrones de poddi˘e de mammai, Cantina Sedilesu, Sa ˘Asadina Salìa, Gli antichi Ricordi di Grazia Satta, le maschere di Antonello Congiu, il pane di Cosomina Ballore. Si tratta di Tappe che hanno mantenuto nel tempo nome e tipologia di prodotto. Seguono molto vicini i dati del cerchio verde 13, cerchio blu 12, a seguire viola 11, nero 10.
3. Italiano porcheddinu
lingue utilizzate nei nomi delle tappe
Questo poster è davvero interessante. Ogni anno si è cercato di dare una connotazione tradizionale alla manifestazione. In particolare cercando di utilizzare i nomi delle pietanze e delle esposizioni per quanto possibile in mamoiadino con accanto la traduzione in italiano.
Vi confesso che in tanti anni di organizzazione tappas e di predisposizione degli itinerari, questa è stata una delle parti più complicate grazie anche alla fantasia dei partecipanti.
4. Facciamo nomi e cognomi
nomi e cognomi più diffusi tra gli organizzatori, in tutte le edizioni
Il grafico mostra i nomi e i cognomi più diffusi, predominano i Gungui e Dessolis a pari merito, ma ne seguono altri che si difendono bene: Deiana, Cadinu, Mele, Muggittu.
5. Chi la dura la vince
evoluzione di tappas in imprese attraverso più edizioni
8 tappe negli ultimi anni sono diventate aziende agricole.
6. Parità di genere
confronto tra numero di organizzatori e organizzatrici per ogni edizione
Nel 2015 abbiamo raggiunto la parità perfetta tra donne e uomini nelle varie tappe.
7. Ci siamo fatti un nome
selezione di tappe dai nomi più particolari
8. Non si vive di solo pane
abbinamenti tra tipologie di pane e altri ingredienti per tutte le edizioni
La lettura del grafico non lascia dubbi il pane più utilizzato a Tappas è il pane lentu in abbinamento a sa purpuza, ‘asu e sartitza.
Il pane lentu purtroppo oltre che essere il pane più impiegato nelle ricette ha anche preso il posto del suo nome mamoiadino originario, “su pane isfresau”, da “pane ‘e vresa” il nome che diamo a Mamoiada al pane carasau.
A mio avviso un errore che abbiamo commesso tutti e non lascia scampo, ma nell’ottica di una tutela delle tradizioni locali in questo modo si andranno a perdere i termini appropriati. Difficile sarà ora tornare indietro dato che il termine ha assunto ormai l’utilizzo comune anche tra coloro che parlano in sardo.
9. La dieta Mamoiada
ingredienti più utilizzati nel totale delle edizioni
Chi conosce la piramide alimentare sa come funziona, dal basso verso l’alto troviamo gli alimenti più consumati nelle tappas. Ovviamente al primo posto la carne rigorosamente di maiale. Messi male per quanto riguarda frutta, miele, pesci e uova che sono all’ultimo posto.
10. Dolci tentazioni
percentuale di tappe con ingredienti dolci per ogni edizione
Nel 2007 l’edizione che vede più utilizzo di dolci con ben il 20%, mentre nel 2019 addirittura caliamo all’11%. Mamoiada è uno di quei paesi che può vantare di avere tra i dolci tradizionali delle unicità nell’isola. Parliamo di Popassinu nigheddu, caschettas, coccone ˘in mele. Persino su caffè ˘in mendula tra i più copiati dai vicini.
11. Cose dell’altro mondo
tappe non Mamoiadine ospitate nelle varie edizioni
Una delle caratteristiche più belle di Tappas è stata negli anni quella di ospitare altre culture culinarie. Nel grafico viene ricostruita la provenienza e la tipologia degli alimenti preparati. Chi di noi può dimenticare la prelibatezza delle carni argentine o del cous cous?
12. Le tappe mobili
tappe che hanno cambiato più indirizzi durante tutte le edizioni
All’inizio del percorso di Tappas in Mamujada la caratteristica a mio avviso più bella è stata quella di dislocare le tappe nei punti più interessanti del paese. Portando il percorso alla scoperta di vie poco trafficate ma con degli scorci interessanti. Nel corso degli anni l’esigenza di essere più in vista possibile, spesso a discapito della location stessa, ha portato gli organizzatori a spostarsi sempre più al centro, in particolare il Corso, diventato il cento nevralgico della manifestazione facendo scomparire altri luoghi.
Nel grafico vengono mostrate le tappe più frequenti e il cambio della location nel tempo.
13. L’unione fa la forza
tappe organizzate da gruppi di persone durante tutte le edizioni.
Le Associazioni e i gruppi/comitati più presenti a Tappas e il numero degli eventi organizzati.
14. A Sas Tappas piove sempre
pioggia caduta e previsioni atmosferiche per ogni edizione
A Tappas piove sempre, si, tranne quest’anno. Nel grafico possiamo notare la percentuale di acqua e le condizioni meteo negli anni. La pioggia è davvero una costante.
15. Più siamo e meglio è
confronto dei visitatori al Museo delle Maschere durante varie edizioni
16. Non ci sono più le tappe di una volta
tappe più durature dismesse da almeno 3 anni
17. Abbiamo un peso sullo stomaco
quantità consumate dei principali prodotti durante l’edizione 2012
Nel 2012 ben 1350 kg di carne consumati e ben 855 kg di pasta fresca…i dati parlano chiaro a Mamoiada per Tappas non siamo molto amanti delle verdure, solo, si fa per dire 230 kg.
Conclusioni
Un lavoro a mio avviso fantastico che mette in risalto in maniera utile e divertente la manifestazione che forse più di tutte in Sardegna ha saputo reinventare un format come Autunno in Barbagia dando risalto all’enogastronomia e all’artigianato.
Dati interessanti che sicuramente possono essere lo spunto per altre interpretazioni e altri lavori.
Una memoria storica importante che fonde il mondo artistico a quello analitico, un modo per analizzare a fondo ciò che in realtà i numeri non dicono.
Una ricerca che ha valore perché Mauro e Margherita hanno rimesso insieme i pezzi di 17 anni di manifestazione e li hanno analizzati dandoci un’importante lettura sul fenomeno tappas e la sua crescita nel tempo.
Ed è attraverso questi poster che abbiamo scoperto tantissime cose che forse avevamo dato per scontate. Persino la sottoscritta che di 17 edizioni se n’è sbaffata parecchie!
Per cui il mio augurio è che appena possibile, non appena sarà finita questa emergenza, possiate anche voi andare a vederla e leggerne tra le righe le potenzialità.
Io per un pò sono tornata indietro nel tempo, a quel 2003 quando dal niente nacque un sogno chiamato Tappas.
Grazie Mauro e grazie Margherita per questo lavoro prezioso.
p.s. Ho fotografato ogni singolo poster, ma dato che davvero in pochi hanno avuto l’occasione di visitarla ho preferito lasciare solo qualche immagine. Ovviamente immagini e poster sono a cura di Mauro Melis e Margherita Donà.