Un itinerario alla scoperta della tessitura da Nord a Sud a spasso per l’isola.
Ho pensato più volte in questi giorni a come potesse essere il racconto di una settimana in Sardegna alla scoperta della tessitura, una nostre delle attività tradizionali.
È stato un viaggio straordinario nel quale ho accompagnato una persona, Bruna alla scoperta di un’arte che vive ancora e che è capace di appassionare regalando emozioni.
Niente era troppo definito, a parte alcuni dettagli logistici ovviamente necessari; abbiamo lasciato che gli eventi ci guidassero in questa piccola e appassionante avventura.
Sono stati 5 giorni intensi e la mia mente vaga ancora ricordando quei momenti cercando l’ispirazione per scrivere queste prime righe.
Sì, perché un articolo non basta a riassumere le tappe di questo viaggio. Ogni singola storia vale la pena di essere raccontata.
Quando Bruna mi ha chiamata perché desiderava tantissimo un viaggio di questo genere all’inizio mi ha quasi spiazzata. Non è facile trovare delle persone così decise, appassionate e con un obiettivo preciso.
Ma chi è Bruna?
Lo scoprirete piano piano per ora posso dire che è una persona di una certa età, una nonna diremmo, vedova, agiata di grande cultura (ha viaggiato in tutto il mondo) e che dimostra una forza e una curiosità da ragazzina.
Le sue origini sarde sono state senza dubbio un forte richiamo verso la conoscenza di un mondo nuovo. Nonostante avesse girato per anni la nostra isola sentiva che qualcosa mancava in questo puzzle. E alla fine questo viaggio ha catturato anche me che credevo di conoscere bene la Sardegna; quando credi di aver visto tutto anche i luoghi già visitati vengono visti in modo diverso. Scopri così storie e vite, anche le nostre.
E’ stato un viaggio un pochino surreale e all’inizio temevo saltasse per via del COVID-19, e anche l’Aeroporto di Olbia abbastanza deserto mi ha fatto venire un po’ di tristezza. Solo per un attimo però
Vedere così pochi viaggiatori nella nostra isola è davvero inusuale per questo periodo ma ovunque siamo state nessuno ha perso per fortuna la speranza di un ritorno alla normalità.
La nostra isola in questo periodo è fantastica, i colori dell’Autunno ci hanno accompagnate lungo tutti i km percorsi, e sono stati davvero tanti.
Quando ho fermato il contachilometri all’autonoleggio Albuggy, erano 1188 e credo che l’immagine della Sardegna con i paesi visitati e le strade percorse possa rendere benissimo l’idea.
E’ così dall’Aeroporto di Olbia inizia il viaggio di due donne alla scoperta di un mondo speciale, che, a parte qualche piccola e rara eccezione, è composto di donne fantastiche che ci hanno accolte e ci hanno trasportate nel loro mondo.
Abbiamo iniziato da Nuoro con un piccolo aperitivo allo storico Caffè Tettamanzi, cuore pulsante delle storie raccontate da Salvatore Satta, “uno dei luoghi privilegiati per la tessitura di storie e di contos…”.
E da Mamoiada in realtà parte questo viaggio straordinario. Con una cena a Su Tapiu e il soggiorno da Le Rose di Santina.
Non potevo assolutamente non far conoscere a Bruna il fiore all’occhiello del nostro paese: il Museo delle Maschere Mediterranee.
Dopo una colazione a Su Nistru, al Museo ci accoglie Rita introducendo Bruna al mondo mamoiadino e barbaricino.
Un racconto che inizia con un video che non ci si stanca mai di vedere e ascoltare, un video che è capace di trasmettere emozioni e una voce narrante che ti trasporta in un’altra dimensione.
Rita completa il quadro nella sala delle maschere barbaricine prima e in quelle mediterranee e balcaniche dopo.
Con grande sorpresa compare una maschera di asino, figura che ricorrerà in tutto il viaggio, sia in modo reale che figurativo.
Con sa Filonzana che con il suo fuso segna il destino e decide della vita e della morte, con le pelli e la lana che adornano le maschere e per finire con gli accessori di tutti i personaggi esposti, continua il nostro percorso.
La tessitura è una costante anche in questi soggetti.
E come una trama che intreccia i fili, qui inizia l’intreccio di una storia e delle persone che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino.
E se, come dice Bachisio Bandinu, “Mascherarsi è un destino”, anche certe esperienze probabilmente sono già tracciate lungo un percorso già scritto.
Salutiamo Mamoiada, Rita e Mario e già pensiamo alla prossima tappa, Orgosolo, dove ci aspetta Maria Corda e la magia del baco da seta.