Ultima tappa di Trame di Sardegna
Mi accingo a scrivere l’ultimo resoconto di questo viaggio e da allora ne sono successi di eventi con questo virus che ci costringe in casa, che ci limita negli spostamenti e nelle attività quotidiane solite.
Per non pensare a tutto questo ecco che mi vengono incontro i ricordi di quella lontanissima settimana di ottobre che mi spingono a raccontarvi della giornata passata tra Gergei e Isili.
Mentre in un piccolo paesino rivivono gli antichi mestieri e continua l’arte dell’ultima tessitrice, a pochi km un’altra straordinaria artista tesse storie che parlano attraverso i suoi arazzi.
Il viaggio Trame di Sardegna sta per concludersi e con le tappe di oggi salutiamo quest’arte meravigliosa che intrecciando fili si tramanda di generazione in generazione.
La prima tappa di oggi è a Gergei, un piccolo paesino davvero grazioso del Sarcidano.
Ci sono stata circa un anno fa da ospite come blogger per la manifestazione MaCè, e da allora mi è rimasto davvero impresso.
Qui ci aspetta Maria Grazia Ligis ultima tessitrice di questo paesino e promotrice insieme ad altre donne dell’Associazione Maist’e (maestro di…), che dal 2018 promuove la riscoperta di antichi mestieri e organizza dei laboratori specifici per insegnare le varie arti a tutti gli interessati.
La prima visita la facciamo in una antica casa padronale, Casa Atzori per l’appunto, delle signorine Atzori.
Qui si rivive l’atmosfera delle abitazioni di un tempo con arredi originali del tempo e anche un antico telaio che Maria Grazia usa durante gli eventi.
Un cortile immenso con un grandissimo albero di fico al centro.
Gli arredi che riportano ad altri tempi. Libri, dettagli che adoro.
Senza riprendere la macchina facciamo una passeggiata a piedi nel centro storico e arriviamo alla sede di Maist’e, cuore nevralgico dei laboratori per la riscoperta degli antichi mestieri.
Qui sono stati sistemati tantissimi telai di tutte le epoche e alcuni davvero particolari.
Purtroppo a causa del Covid i laboratori sono stati sospesi ma sono sicura che quando potranno riprendere a lavorare, da questi telai usciranno creazioni meravigliose.
Prima di salutarci Maria Grazia ci porta nella sua casa, in mezzo alle campagne di Gergei. Qui ha collocato il telaio in angolo dedicato, dove può lavorare tranquillamente. Per lei stare al telaio vuol dire anche scaricarsi di tensioni e liberare la mente dopo una giornata di lavoro.
Fatto il carico di meraviglia e della carismatica figura di Maria Grazia ci rechiamo a Isili, Dolores mi chiama e ci aspetta nel suo laboratorio.
Isili non è molto distante da Gergei e oltre ad essere un centro noto per i tappeti è anche l’unico paese in Sardegna dove vive l’antica tradizione dei ramai.
Luigi Pitzalis e i suoi figli mandano avanti questa stupenda arte.
Purtroppo non abbiamo tantissimo tempo e dovrò rimandare i saluti a Luigi, caro amico di famiglia, ad un’altra occasione.
Ci addentriamo nelle viuzze del paese alla ricerca del laboratorio, cosa un pò complicata oggi dato che alcuni mezzi ostruiscono le vie per dei lavori. Ne approfittiamo anche qui per sgranchirci le gambe.
E finalmente eccola Dolores Ghiani che ci accoglie splendidamente nel suo regno di trame e di storie!
Quando raccontai a Bruna che esisteva in Sardegna una donna che tesseva con i fili di rame, non stette nella pelle aspettando questo momento.
Ma la cosa forse più sorprendente dell’arte di Dolores non sono tanto i suoi lavori, bellissimi, ma le storie raccontate attraverso essi.
E quando ha cominciato a raccontare, arazzo dopo arazzo, mi è sembrato di trovarmi in un libro di racconti dove le forme e persino gli animali si animano muovendosi tra i fili colorati.
E il primissimo racconto guarda caso è strettamente legato alla nostra vista di ieri ad Ulassài. Un bellissimo arazzo che racconta la vita di Maria Lai, un personale omaggio di Dolores alla grandissima artista.
Non potevamo iniziare meglio questa visita.
Maria che vive tra le caprette, il suo percorso di vita e infine a destra l’omaggio personale, una bellissima
Avevo visto solo alcune delle sue opere in occasione di una mostra al Marate di Isili e il tempo era poco anche per le storie, oggi però lei era tutta per noi così come i racconti.
Davvero pareva di essere in una fiaba.
Ognuno di questi tappeti e arazzi viene realizzato con materiali diversi e quindi capita di trovare all’interno anche stoffe e ricordi di famiglia. E lei ricorda benissimo ogni singolo pezzo a chi è appartenuto e la storia che lo rappresenta.
In ognuno di essi c’è un pezzetto della sua vita che si intreccia insieme al rame, alla plastica, alla stoffa. Ogni ricordo quindi fa parte integrante della storia.
Dire meraviglia è davvero poco e non so se nemmeno l’articolo riuscirà a descrivere le emozioni provate specie quando Dolores regala a Bruna uno dei cataloghi della sua ultima mostra.
Chissà che un giorno non si possano leggere queste storie in un libro, io sarei la prima in fila per acquistarne uno!
Tra le tante storie, e vi giuro sono davvero tante, vi racconto quella dell’Asino che voleva volare. Questo animaletto che ci segue anche qui dove gli viene dedicata persino una storia.
L’Asino che voleva volare
“C’era una volta un asino che se ne stava beato in acqua tra gli scogli. Vedeva gli uccelli volare ma lui non poteva perché aveva solo la coda. Pensò che forse anche lui come gli uccelli se avesse avuto le ali avrebbe potuto farlo. E così si ritrovò a sognare di poter volare in cielo insieme agli uccelli.”
Non so se siamo riuscite a vedere e ascoltare tutto ma ciò che ci lasciamo dietro è un ricordo meraviglioso.
Che dire della giornata di oggi?
Come tutto il percorso fatto finora, sono state giornate cariche di emozioni e di incontri meravigliosi, così lo è stato anche oggi.
Abbiamo conosciuto una giovane donna che con perseveranza porta avanti il lavoro al telaio e insegna ad altre questo antico mestiere.
Un’altra invece che ha fatto del suo lavoro una verta arte del racconto attraverso la tessitura.
La giornata di oggi è stata intensa e la stanchezza inizia a farsi sentire.
Salutiamo anche Dolores e ci muoviamo lentamente verso Iglesias.
L’ultimo capitolo di questo viaggio è il desiderio di vedere almeno una delle spiagge immense dell’arburese.
Luoghi davvero lontani, un viaggio nel viaggio.
Quando finalmente arriviamo a Scivu, dopo una serie di interminabili curve, ecco che il nostro percorso può dirsi compiuto.
Anche il tempo è cambiato, come a ricordarci che questo viaggio sta per terminare.
Bruna è stanca, ma di quella stanchezza bella, appagante.
Mi dice: ” chissà se troverai un’altra pazza come me”.
Sinceramente non lo so. Ma sono contenta di averla conosciuta e di aver percorso insieme questa avventura tra le strade della Sardegna.
“La Sardegna è un’altra cosa”.
Lo è davvero, se si è capaci di andare oltre il consueto.
Non eravamo sicure di riuscirci e forse non tutto è andato come previsto a causa del Covid, ma è andata bene lo stesso, nonostante tutto.
Pranziamo a Mamoiada e riprendiamo la strada per Palau. Gli scatti di questa settimana parlano per noi, per quei concetti che a volte sono difficili da esprimere.
Ci porteremo dietro per molto tempo i ricordi di persone, luoghi, lavoro, profumi e sapori.
La mia terra.