Burdos di Giovanni Pira

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Barbaricina

I figli di nessuno raccontati in un appassionante romanzo del poeta di Orgosolo

Quando si tratta di storie e di racconti di Barbagia non mi tiro mai indietro. Resterei ore ad ascoltare miti e leggende ma anche la narrazione dei tempi passati.

Quando Giovanni Pira mi ha scritto del suo nuovo libro appena ho potuto mi sono precipitata ad acquistarlo.

Sapevo che non mi avrebbe deluso e come spesso capita, quando mi trovo tra le mani un libro interessante, non smetto finché non arrivo alla conclusione.

Burdu, in italiano, significa appunto “bastardo”, figlio di nessuno o meglio di padre N.N., quella sigla che spesso troviamo appuntata in tanti certificati di nascita.

Nel romanzo di tziu Juvanne Pira, già apprezzatissimo poeta orgolese, viene narrata la storia di Zeniu abbandonato dalla madre e cresciuto per un breve periodo dalla zia che poi a sua volta lo lascia in balìa degli eventi, dei padroni e della dura vita di quei tempi.

Siamo nel paese di Orobona, un luogo inesistente nei nostri tempi ma riconoscibile nel nostro immaginario perché in effetti potrebbe rappresentare uno dei nostri paesi.

Essere figlio di nessuno ti segnava per sempre e immaginiamoci a quei tempi, anche solo 50 anni fa cosa potesse voler dire!

Donne e ragazze soggiogate, ammaliate da un finto amore e costrette a subire le esuberanze maschili.

Così mentre proseguo la lettura del romanzo emergono ricordi.

Storie e racconti di mammai, di nonna e di mamma e certi personaggi seppur di fantasia sembrano avere nomi e cognomi anche se scritti da un altro scrittore a km di distanza.

Un paese che sembra il tuo, quello dei racconti dei tuoi nonni, e ti sembra di riconoscere campagne, vie e casupole malandate del centro storico.

E la giustizia, quella che colpiva sempre il più debole, che non era tale e che se non morivi di duro lavoro ti ammazzava lei dentro una lugubre cella.

Ma a volte anche le storie difficili e drammatiche possono trovare un lieto fine e fortunatamente mentre cerchi di capire i perversi meccanismi sociali dei tempi, la penna dello scrittore ci mette una piccola nota di felicità.

Una lettura davvero piacevole e scorrevole.

Un piccolo libro dei ricordi da tenere sui nostri scaffali arricchito da una altrettanto bella copertina con l’illustrazione di Teresa Podda.