L’incubo emigrazione si riaffaccia prepotentemente nelle nostre terre e con esso anche ricordi di sofferenze e sacrifici; la crisi che attanaglia l’Italia e ancora di più la nostra piccola isola colpisce duramente le fasce più giovani alla disperata ricerca di un lavoro. Cosa può offrire la terra di Sardegna a loro e alle future generazioni? In Barbagia, a Mamoiada, la realtà vitivinicola punta proprio su di loro e c’è già qualche altra novità su altri fronti.Insomma, forse c’è ancora qualche speranza nei nostri territori colpiti duramente dalla crisi. Giovanni, Davide, Emanuele e Simone, sono solo alcuni di questi ragazzi che stanno investendo il loro futuro nell’agricoltura. Lavorano la terra, studiano per mettere a frutto le competenze nell’azienda di famiglia, una piccola realtà che si è affermata nel campo nazionale e internazionale e proprio su di loro sta investendo per renderla ancora più forte. Hanno cominciato prestissimo seguendo le orme del nonno e dei padri apprendendo l’arte della viticoltura; è stata data loro l’opportunità di restare e credere che si possa investire sulla propria terra. 24 anni, diploma di Perito Agrario, Giovanni come il padre Francesco ha deciso subito che quello era il suo futuro, così come Davide ed Emanuele; e poi Simone, studente universitario a Oristano in Tecniche vitivinicole e enologiche che vuole dare con i suoi studi un ulteriore apporto di esperienza all’azienda. C’è spazio per ognuno di loro e per tutti quotidianamente c’è qualcosa da apprendere. Si va in vigna presto, in questo periodo c’è da eseguire la potatura, il lavoro è tanto ma è una bella soddisfazione, dice Giovanni: “questa è la mia terra”, e come si potrebbe dargli torto! Ha imparato presto quest’arte e come lui Emanuele, seguendo per anni il nonno che prima di loro ha lavorato con sudore il primo vigneto di Murruzzone, lasciando però una grossa eredità a dei giovani motivati e orgogliosi dell’impegno preso. Ci sono anche le segretarie Roberta, 30 anni responsabile amministrativa e Janny che si occupa in particolare dei rapporti con l’estero. Il quadro è completo e le prospettive per il futuro sono al di sopra delle aspettative ma c’è da scommettere che con questa squadra ulteriori risultati non mancheranno.
E seguendo l’esempio di questa azienda tantissimi altri giovani stanno investendo sul loro futuro proprio in agricoltura come Massimo e Pasquale, che scommettono sulla nuova idea imprenditoriale basata sull’essicazione delle erbe e piante spontanee della Sardegna. L’amore per la natura e il continuo richiamo ad essa attraverso i profumi della campagna “dice Pasquale”, ci ha spinto a tentare questa strada. Ed è così che da poco hanno aperto il piccolo laboratorio di essicazione.E proprio qui si sprigionano i profumi più svariati della nostra terra, armidda, romasinu, lavru sono solo alcune delle piante che vengono selezionate con cura e nei posti più incontaminati per mantenerne intatti i profumi, per alcune piante come per il rosmarino ne vengono selezionate diverse varietà. La raccolta avviene in modo ciclico e in determinati periodi, anche perché molte di queste erbe altrimenti non si troverebbero e in più c’è il grandissimo sapiente apporto degli anziani di Mamoiada che conoscono a mena dito il territorio e le sue specie arboree. Un’occasione di lavoro, ma non solo è anche un modo per conoscere il territorio sardo, le sue caratteristiche e le sue piante, associando anche la salute fisica delle lunghe camminate in Supramonte o sul Gennargentu. Qualcuno ha detto loro che era un azzardo, che dalle piante non si guadagna. E invece è proprio sul territorio che dobbiamo investire. Ogni volta che la terra di Sardegna ci farà sentire ancora le sue essenze e i suoi profumi, poterla sentire rude e calda sulle mani, allora sarà ancora nostra e non è un azzardo credere che sarà l’isola dei giovani.