La stragrande maggioranza dei residenti non gradisce l’omaggio alla Beata Antonia Mesina e la protesta dilaga sul web.
Io da Barbaricina non posso che trovarmi d’accordo con loro.
Quando penso ad Antonia Mesina mi appare in visione una giovane donna barbaricina, fiera e forte. Così tenace che non si è piegata davanti alla violenza di un uomo, che non potendo fare altro la uccise lapidandola.
Quella bellezza e naturalezza mi è sempre rimasta impressa nella mente.
La foto di una martire che è diventata simbolo di un paese intero, descritta così da Papa Wojyla:
«E rallegratevi con me anche voi della diocesi di Nuoro, voi cittadini di Orgosolo e dell’intera Sardegna, per la giovane Antonia Mesina, che oggi proclamiamo beata.
Il suo martirio è anzitutto il punto di arrivo di una dedizione umile e gioiosa alla vita della sua numerosa famiglia: è stato il suo sì costante al servizio nascosto in casa che l’ha preparata ad un sì totale. […] Il fascio di legna raccolto per fare il pane nel forno di casa, quel giorno di maggio del 1935, rimane sui monti accanto al suo corpo straziato da decine e decine di colpi di pietra. Quel giorno si accende un altro fuoco e si prepara un altro pane per una famiglia molto più grande.» (Giovanni Paolo II, omelia della messa di beatificazione, 4 ottobre 1987)
Ed ecco che a 100 anni dalla nascita ne viene deturpata l’immagine nel paese dove persino i muri e le case trasudano bellezza.
Per questo ho firmato anch’io la raccolta firme che ne chiede la rimozione e la ricollocazione altrove. Chi vuole può contribuire e firmare la petizione qui: