Non mi era ancora capitato di assistere alla preparazione di questa pasta.
L’altro giorno in occasione di un tour eno-gastronomico per promuovere il turismo crocieristico in Sardegna, ho avuto l’onore di assistere a questa magia.
Eh si perchè la preparazione de Su Filindeu, la cui traduzione per i nuoresi parrebbe “Fili di Dio”, ti da proprio questa sensazione.
Paola Abraini è una delle pochissime depositarie di questa antica ricetta e con entusiasmo la condivide a noi, incuriositi e estasiati allo stesso tempo.
E mentre lei racconta descrivendo gli ingredienti, io mi perdo in quei movimenti che come d’incanto formano dei fili sottilissimi.
Per preparare questa pasta gli ingredienti sono semplicissimi:
– semola di grano duro,
– acqua e sale
Cottura per un minuto nel brodo di pecora e una spolverata di pecorino.
E’ un piatto tradizionale nuorese e viene servito a tutti i pellegrini che si recano in pellegrinaggio al Santuario di San Francesco di Lula.
Non c’è nessun segreto ma solo abile maestria e la signora Paola è davvero padrona di questo antico sapere. Lavora la pasta finché non sente tra le sue mani che essa è pronta, e quando questo accade è davvero magia.