L’altro giorno proprio a Carnevale qualcuno mi chiedeva come mai non scrivessi più come prima e quasi come una spiazzante sentenza, che arriva come un fulmine a ciel sereno, sento la frase: “va bè se parli troppo in questo paese ti incendiano la macchina”.
Triste verità.
Negli ultimi anni ho maturato la consapevolezza che essere pungenti e cercare la giusta analisi di ciò che ci circonda non porta a niente di buono sia dal punto di vista umano e soprattutto dal punto di vista lavorativo.
Dire la propria, insomma, può essere anche motivo di esclusione sociale.
Eh si perché ci sciacquiamo la bocca con belle parole, aforismi, sempre pronti a difendere il prossimo (basta che seguiamo la corrente), difendendo i diritti umani di persone che nemmeno conosciamo e poi abbiamo paura di condividere e difendere le battaglie e le opinioni di chi ci sta vicino solo perché non conta dal punto di vista dell’ Audience mediatico.
Senza contare poi che come ci sei salito sul piedistallo fai in fretta a ruzzolare giù; la gente è impietosa, un attimo prima ti esalta e ti porta in trionfo e un attimo dopo sei niente, una cacca presuntuosa, una antipatica ” chie so deo”, e in un batter d’occhio, per non si sa quale strano motivo esistenziale ti tolgono il like dalla pagina, manco avessero premuto il pulsante per i missili nucleari…tié!!
Numeri, siamo solo numeri, un like in più, uno in meno, insights, condivisioni…..
Viviamo nell’era dei social e della disinformazione, dell’epoca in cui tutto viene visto con una leggerezza disarmante scioccante dove il titolo di un articolo conta più del contenuto e non importa se ciò che posso capire leggendolo fino in fondo in realtà è diverso da quello che potevo immaginare, contano le condivisioni, la popolarità.
Viviamo nell’epoca in cui personaggi inventati su Facebook ipnotizzano la massa con belle parole e tutti come “pecore” a seguire, condividere, muti e arrendevoli, come se tutto questo fosse la bibbia.
Ci fa ridere una pagina e cerchiamo subito dopo di imitarne il successo, copiandola e magari storpiandone l’immagine.
Ci piace la foto di un fotografo, magari nostro compaesano, e cosa vuoi che sia se prendo la foto a sua insaputa e la iscrivo ad un concorso fotografico?? Magari la foto è anche firmata, ma non importa, rimuovo maldestramente la firma, tanto in mezzo alla massa nessuno se ne accorge. E se non riesco a rimuovere la firma? Va bè tanto non se ne accorge nessuno lo stesso, la titolare della pagina ne ha lasciato altre 200 così!!
Beh, direte voi, basta scrivere alla pagina e il problema si risolve. Presto fatto, messaggi pvt, commenti e segnalazioni e nada, la tua foto è ancora lì, storpiata e con un autore che non sei tu.
I social, una bella invenzione per chi ne ha fatto una fonte di guadagno, essere popolari a scapito della qualità, essere primi sfruttando l’ignoranza altrui e la facilità con cui le persone si perdono davanti alle insensatezze. Migliaia di link condivisi ogni giorno orfani di una attenta lettura, centinaia di bufale di cui tutti si fanno portavoce.
Pagine e pagine che sfruttano la vostra voglia di apparire e di veder pubblicata una foto per fidelizzarvi, e intanto, più voi siete fedeli a questa logica più loro ci guadagnano. Eh si ci guadagnano!
Molte di queste finte pagine sono gestite da web AdV, agenzie di pubblicità, che sfruttano appunto la popolarità di alcuni personaggi e guadagnano dalle inserzioni. E non è difficile avere seguito, basta puntare sui vostri ricordi di infanzia, sulle credenze popolari o sulla presa per il culo di qualche personaggio famoso.
La gara per la conquista della popolarità è iniziata!! Tutti impazziti!!
Basta qualche giorno e tutto si placa, fino al prossimo post.
Ma è tutto un gioco, mi sento spesso dire, un modo per passare qualche ora di spensieratezza!
Io per gioco intendo altro, non farmi lobotomizzare il cervello da cretinate e false notizie, da brigas e messaggi subliminali. Per queste e altre motivazioni molte persone hanno deciso di non avere un profilo su facebook, e come potergli dare torto?
Piano piano le nostre vite si spengono in questo mondo di finzione, si spengono le amicizie, non esistono più valori veri da condividere, ogni volta che per caso il mio occhio cade sull’ennesima scemenza, sento un forte vuote dentro si me.
L’80% non leggerà l’articolo e si fermerà al titolo, la restante parte forse metterà mi piace, la verità a volte fa male…meglio le cazzate!!
Vado a prendere aria fresca, toccare l’erba, osservare il mondo là fuori…..quello vero.